I farmaci attivi sulla psiche, chiamati anche psicofarmaci, o farmaci psicotropi, sono così distinti, secondo la classificazione di Delay e Deniker:
I primi due gruppi comprendono sostanze che hanno un uso terapeutico, l'ultimo gruppo comprende sostanze che sono causa di tossicodipendenza.
Con il termine di tossicodipendenza si definisce (OMS) la condizione che spinge l'individuo, in maniera più o meno coatta, ad assumere sostanze (droghe) a dosi crescenti o costanti per avere temporanei effetti benefici soggettivi, la cui persistenza è indissolubilmente legata alla continua assunzione della sostanza, con conseguenze nocive per l'individuo e la società.
Il termine tossicodipendenza ha sostituito gradualmente il precedente di tossicomania.
Per tossicomania si intende (OMS) uno stato di intossicazione
cronica o periodica prodotto dal consumo ripetuto di una droga naturale o
sintetica.
Le sue caratteristiche sono:
Simile alla tossicomania può essere considerata l'abitudine al consumo ripetuto di una sostanza, anche se è profondamente diversa in quanto caratterizzata da limitata dipendenza psichica, da nessuna dipendenza fisica e da scarsa tendenza ad aumentare le dosi (tabagismo, consumo di alcool); una rigida distinzione tra abitudine e tossicodipendenza non è però possibile perché numerose sostanze che provocano soltanto abitudine danno successivamente tossicomania, per cui si preferisce usare il termine più moderno di tossicodipendenza.
Come già detto, le sostanze conosciute come droghe sono i farmaci psicodislettici, distinti in:
Fra le sostanze che possono causare una tossicodipendenza sono compresi anche i barbiturici, le amfetamine e l'alcool.
1) STUPEFACENTI
A) Oppio e oppiacei.- L'oppio è il succo denso, di colore bianco
latte, che gocciola lentamente dalle pareti del papavero da oppio (Papaver
somniferum) o da altre varietà, quando si recidono a canali
lattiferi che percorrono longitudinalmente la capsula non ancora matura.
L'oppio è una delle droghe più usate nel mondo, sia a scopo
terapeutico che a scopo voluttuario.
Il suo uso terapeutico risale almeno
al 2° secolo dopo Cristo, quando era usato dal medico Dioscoride, e
successivamente da Paracelso e altri. Omero, nell'Odissea, parla di una
sostanza medicamentosa usata da Elena, e che probabilmente era oppio.
Usato a scopo voluttuario, viene fumato e provoca uno stato di assopimento psichico, di ideatività silenziosa e raccolta, con completo distacco dalle pene fisiche e morali abituali, un senso di superamento dei confini del tempo e dello spazio, delle normali capacità percettive e intellettive. Segue poi uno stato di depressione psico-fisica di intensità variabile.
La morfina e l'eroina (derivato semisintetico della morfina) provocano la più pericolosa forma di tossicodipendenza, con dipendenza fisica che spesso si instaura sin dalla prima somministrazione, dipendenza psichica, sindrome di astinenza ed assuefazione.
La morfina viene assunta per via sottocutanea o intramuscolare. Gli effetti principali della morfina sono due, l'effetto analgesico e l'effetto euforizzante; vi sono poi vari effetti secondari.
L'effetto analgesico è molto potente e si manifesta sia sul dolore in se stesso che sulla sua percezione a livello emotivo-affettivo.
L'effetto euforizzante è alla base dell'uso della droga al di fuori dell'ambito terapeutico. Tale effetto euforizzante può essere descritto come un senso di benessere, con tendenza all'immaginazione contemplativa, una scomparsa di sensazioni dolorose, dell'ansia, della "pena di vivere".
A queste sensazioni segue un quadro di torpore psichico con apatia, lentezza psicomotoria, inaridimento affettivo, impoverimento della volontà, deficit dei poteri etici. Questo quadro di apatia è alla base della dipendenza psichica, che porta all'assunzione di ulteriori dosi di droga per sperimentarne gli effetti piacevoli e che, a causa della tolleranza che si instaura subito, devono essere dosi sempre maggiori per ottenere i medesimi effetti.
La dipendenza fisica è una conseguenza delle particolari modificazioni
chimico-fisiche prodotte dai morfinici sull'organismo, per cui esso non può
più farne a meno (un po' come l'insulina per il diabetico).
La
morfina provoca uno squilibrio, e lo mantiene, nei meccanismi omeostatici che
regolano le funzioni vegetative e somatiche (battito cardiaco, respirazione,
pressione arteriosa, sudorazione, contrazione muscolare, percezione del
dolore, ecc.), per cui quando viene a mancare in un soggetto intossicato,
provoca uno stato di intensa sofferenza soggettiva ed oggettiva ("tempesta
neurovegetativa") che porta alla ricerca della droga senza preoccuparsi
di altro: è questa la sindrome di astinenza.
Gli effetti secondari consistono in modificazioni della personalità, con apatia, torpore psichico, difficoltà di concentrazione, sonnolenza, ipotermia, restringimento delle pupille, ecc.
L'eroina (diacetilmorfina) è un derivato semisintetico della
morfina; i suoi effetti sono sovrapponibili a quelli della morfina ma con una
potenza da 4 a 10 volte maggiore, e con un quadro di effetti collaterali
maggiore.
L'eroina, infatti, provenendo dal mercato nero è tagliata
con sostanze tossiche (stricnina, amfetamine, ecc).
L'eroina viene assunta
per via endovenosa, ma anche per via intramuscolare.
La dipendenza da eroina
è molto difficile da curare e può trasformare il soggetto in un
individuo asociale e criminale.
La caratteristica fondamentale della tossicodipendenza da eroina è il
particolare rapporto che si stabilisce fra l'individuo e la droga, per cui
questa finisce con l'esclusivizzare gli interessi e la vita del drogato.
Da una prima fase che vede il tossicodipendente attivo, ottimista circa le
proprie capacità, con un buon inserimento lavorativo, in grado di
minimizzare gli scontri e le difficoltà esistenziali, si passa ad una
seconda fase in cui prevale un vissuto di benessere, di calma psichica, di
estraneità dei desideri.
La terza fase della tossicodipendenza da
eroina sopravviene fatalmente dopo un certo periodo di uso della droga e si
presenta con sempre maggiore distacco dalle attività e dalla vita
abituale, disinteresse per il proprio corpo e per l'aspetto sociale dell'esistenza.
Gli affetti sono annullati, la vita familiare perde importanza, la vita
sessuale è ridotta o annullata; la volontà è accentrata
unicamente sull'eroina, sulla preoccupazione di non averla, per non incorrere
nelle sofferenze dell'astinenza; nulla esiste più al di fuori del
bisogno impellente ed ossessivo di avere la droga.
La crisi di astinenza si presenta quando al tossicodipendente viene a mancare
la quantità di sostanza abitualmente usata; si distinguono 3 fasi:
- in una prima fase (entro le 12 ore) compaiono midriasi, segni di malessere
generale, irrequietezza, ansia, sbadigli, nausea, vomito, diarrea;
- nella seconda fase si aggiunge orripilazione (fase del "tacchino freddo");
dura circa 12 ore e sfocia nella:
- terza fase, detta "il calcio all'abitudine", per la presenza di
movimenti involontari a carico degli arti sia superiori che inferiori.
Se il paziente sopravvive può anche non avere più necessità della droga.
B) Cannabinoli.- Questo gruppo è rappresentato dai derivati
della canapa indiana, noti come hashish e marijuana.
La
canapa è conosciuta sin dall'antichità per le proprietà
inebrianti dei principi attivi contenuti nelle infiorescenze femminili della
varietà indiana.
Ne parlano Erodoto e Plinio il Vecchio, e da vecchi
trattati indiani e cinesi risulta che era utilizzata dagli antichi popoli
orientali; i prodotti stupefacenti derivati dalla canapa sono:
- l'hashish, cioè la resina dei fiori;
- la marijuana, o marihuana, cioè i prodotti dell'intera pianta.
Il contenuto di prodotto attivo è circa 5 volte maggiore nell'hashish.
La droga si trova sul mercato clandestino sotto forma di pacchetti costituiti
dalle sommità dei fiori e dalle foglie apicali, e sotto forma di pani
di resina della pianta.
Viene fumata in pipe o cartine.
Dopo l'assunzione il soggetto prova un senso di benessere, un'aumentata ideazione,
una maggiore facilità di movimenti; segue poi disorientamento
temporo-spaziale e uno stato di torpore con fuga delle idee, allucinazioni,
impressioni strane e piacevoli come nuotare, volare (il "tappeto volante"
degli arabi è probabilmente legato all'intossicazione da canapa indiana).
Segue un periodo di inerzia, con abulia, apatia, svogliatezza, stato depressivo,
malessere generale.
Può provocare sindromi schizofreniche, stati
allucinatori acuti. Provoca dipendenza psichica, non dà dipendenza
fisica, né assuefazione, né sindrome di astinenza.
La
pericolosità di questo tipo di tossicomania consiste nel fatto che una
parte dei soggetti passa all'assunzione di morfina o di eroina.
Il
desidero della droga non è elevato e secondo vari AA sarebbe inferiore a
quello osservato in alcolisti cronici o in fumatori cronici di tabacco.
C) Cocaina.- È una sostanza isolata dalla foglie di coca, un arbusto coltivato da secoli in Perù e in Bolivia.
A scopo voluttuario viene aspirata per via nasale, poiché viene
assorbita molto bene dalle mucose.
Provoca effetti stimolanti con eccitamento,
euforia, accelerazione del pensiero, senso di forza e di sicurezza.
Assunta in modo cronico provoca seri disturbi mentali: il cocainomane si crede
spesso minacciato e teme che i propri pensieri vengano letti dagli altri,
presenta allucinazioni uditive, visive e tattili, con contenuti minacciosi,
persecutori.
Su un fondo luminoso vengono viste macchie nere scambiate
per insetti, hanno la sensazione che insetti microscopici camminino sotto la
pelle.
A causa dell'assunzione prolungata per via nasale presentano perforazione
del setto nasale.
La cocaina provoca dipendenza psichica.
2) ALLUCINOGENI
Rientrano in questo gruppo la mescalina, la psylocibina e
l'LSD.
Provocano tutti alterazioni della percezione, distorsioni
percettive, depersonalizzazione, modificazioni dell'umore.
A) Mescalina.- È una droga estratta dal Peyotl, un cactus
che si trova in Messico.
Per le primitive tribù del messico il
Peyotl era una pianta sacra, custode di un Dio, oggetto di venerazione;
veniva raccolto in determinate epoche dell'anno e consumato nelle feste e
nelle cerimonie sacre.
La tossicomania da mescalina è alquanto rara poiché la droga è di difficile reperibilità e per provocare effetti allucinogeni ne occorrono dosi molto elevate; è stata usata a scopo voluttuario in ambienti artistici all'inizio del '900.
I disturbi che provoca consistono in allucinazioni e illusioni visive in
movimento, molto colorate, deformazione degli oggetti, trasposizioni sensoriali
(i rumori sono visti in colore).
Vi è rischio di intossicazione
acuta con morte per arresto respiratorio.
Dalla mescalina deriva un altro potente allucinogeno, il DOM, o STP (detto così per analogia con un additivo per benzine), usato negli anni '60 da varie comunità hippyes; dà le stesse azioni della mescalina ma più prolungate ed intense; notevolmente tossico, ha provocato numerosi decessi.
B) Psylocibina.- È derivata da un fungo, lo Psylocibe
mexicano (chiamato dagli indiani d'America teonanacatl, carne di
dio) usato per ottenere la "comunione con gli spiriti superiori".
Simile negli effetti alla mescalina, non è oggetto di tossicodipendenza
perché di difficile reperibilità.
C) LSD.- È un derivato semisintetico dell'acido lisergico, il
quale costituisce il nucleo fondamentale degli alcaloidi della segale
cornuta (detta anche grano speronato), cioé la spina di grano
parassitata dal fungo claviceps purpurea.
Dalla segale cornuta
derivano numerose sostanze che hanno in comune il nucleo principale, l'ac.
lisergico, e differiscono negli effetti a seconda della catena laterale;
molti sono usati in terapia per curare disturbi della circolazione, nell'
ipotensione, nella cefalea, per stimolare le contrazioni uterine al momento
del parto.
La stessa LSD era stata assimilata agli altri derivati prima
che se ne conoscessero gli effetti psichici; fu per caso, perché un
chimico la ingerì accidentalmente, che nel 1943 se ne scoprirono gli
effetti sulla psiche.
Si pensò all'epoca di usarla come arma chimica
nel corso della seconda guerra mondiale.
È il più potente
allucinogeno in uso.
Gli effetti della LSD consistono in distorsioni percettive, particolarmente
visive: gli oggetti vengono percepiti nei modi più strani, con i
contorni in rilievo, con colori brillanti; si hanno distorsioni dell'immagine
corporea che può sembrare gigantesca o infinitesimale, gli arti
appaiono fluttuanti, separati dal corpo, trasformati in artigli.
Provoca
anche distorsioni temporali per cui il tempo sembra trascorrere velocemente
o fermarsi totalmente.
L'intossicazione acuta può portare al suicidio.
Negli anni '60 gli effetti della LSD, "l'acido", vennero definiti
"psichedelici", cioé l'aprirsi della psiche a nuove
sensazioni (espansione della coscienza).
Diffusa in ambienti artistici e
musicali, ha ricevuto una enorme pubblicità dai mass media, che ne
ha aumentato la diffusione in maniera notevole.
Tutti gli allucinogeni possono provocare anche a distanza dall'ingestione una
sindrome schizofrenica con deliri, stati autistici, stati di panico con
suicidio.
Provocano dipendenza psichica e assuefazione, non danno né
dipendenza fisica né sindrome di astinenza.
BIBLIOGRAFIA