PERCHÉ QUESTO GIORNALE?
Al di là di tutte le interpretazioni che ad esso si vorranno dare,
delle inevitabili dietrologie, che vorranno attribuirci più o meno
reconditi scopi, più o meno occulte manovre di strumentalizzazione,
la nostra finalità è una sola.
Il giornale è organizzato intorno ad un tema centrale della psichiatria.
Su questo tema si sviluppano articoli, interviste, lettere, vignette, ecc.
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Quale tema centrale di questo numero abbiamo scelto di pubblicare una bella poesia del Dr Emilio Lupo, già Segretario Nazionale di Psichiatria Democratica. Nella finzione letteraria, un paziente ricoverato in manicomio rivolge alcune domande ad un interlocutore. Anche se ormai siamo alla chiusura formale dei manicomi, tali argomenti sono più che mai di attualità, poiché la cultura del manicomio è tuttora diffusa in molti Servizi e fra molti operatori; poiché molte Case Famiglia, pubbliche o private, hanno riprodotto il manicomio.
In allegato a questo numero del giornale i lettori troveranno una CARTA
DEI DIRITTI DEI DISABILI PSICHICI; si tratta dellultimo articolo
del Regolamento del Dipartimento di Salute Mentale di Trieste. Vorremmo che
divenisse la Carta dei Diritti degli Utenti dei Servizi Psichiatrici nella
nostra provincia.
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La presa di posizione del Ministero della Sanità sul
problema dellelettroshock ha gettato nel panico numerosi Direttori
Generali di A.S.L.
Pag. 1: Perché questo giornale? Pag. 1: Elettroshockkezze Pag. 2: "Se fossi matto ..." di Emilio Lupo Pag. 3: Intervista al Direttore Generale della A.S.L. LE/1 Pag. 4: Lettere Pag. 4: È nata una speranza |
Se fossi matto mi interrogherei sul tempo. Nel manicomio infatti il tempo non esiste. Se mi dicessero che siamo nel 1997, mi interrogherei, ancora una volta, sulla vita e sul tempo che mi è stato rubato, sulle cose che non ho potuto fare e su quelle che mi sono state impedite. Se fossi matto mi chiederei perché dopo tanto tempo dalla legge di riforma psichiatrica sono ancora qui. Perché nonostante la legge 180 di ventanni fa e le leggi regionali sulla salute mentale che mi facevano sperare di uscire da questo luogo dove mi hanno tolto i miei indumenti, legato, imbottito di psicofarmaci, rasato i capelli, dove ho mangiato cibo che altri sceglievano per me, dove mi hanno rubato il sonno, il sogno, la speranza e la gioia di vivere, sottratto tutti i miei diritti e sopratutto la libertà, non è successo assolutamente nulla di importante per me. Se fossi matto vi chiederei perché oggi alcuni pensano di lasciarmi ancora in manicomio, perché a due anni dal duemila sono oramai più vecchio che matto e perciò i vecchi, che contano come i matti, è meglio che non si muovano, non si debbono muovere da qui. E quelli che sono vecchi, forse, potranno venir fuori. Se fossi matto vi chiederei: che state facendo per me? Se fossi matto vi chiederei comè il mare, di che colore è il vostro cielo, qualè il profumo della vostra donna e se esiste ancora la casa dove sono nato. Se fossi matto vi parlerei degli elettroshock subiti negli anni addietro, dei terribili momenti dell'attesa prima dellapplicazione degli elettrodi, delle urla, dell'intenso odore di urine, della voce dellinfermiere che ti chiama per nome e del medico che questo nome nemmeno conosce. Se fossi matto vi parlerei dei lunghi inverni passati in reparto, a contare le mattonelle, delle allucinazioni che mi hanno aiutato a sopravvivere, dei cessi sempre sporchi e dei riscaldamenti sempre guasti. |
Se fossi matto vi parlerei del caldo di agosto, dei miraggi del mare che passavano per allucinazioni. Se fossi matto vi chiederei di vedere la Casa Famiglia del mio quartiere, di conoscere gli operatori del mio Distretto, di guardarli negli occhi, di parlare con loro del mio futuro, del mio presente. Se fossi matto vi chiederei di mangiare la neve, di andare al cinema, di sapere se posso chiamare di notte se dovessi sentirmi male o semplicemente solo. Se fossi matto vi chiederei quanti soldi valgono le cure che mi date, di conoscere quanti denari si spendono nei manicomi e nelle cliniche private. Se fossi matto vi chiederei perché dopo tanti anni rinchiuso qui non ho ancora la pensione, oggi che sono non solo matto ma anche vecchio e voi non riuscite a tutelarmi né come anziano né come pazzo. Se fossi matto vi chiederei di sapere perché spendete tanti soldi per il privato accreditato e tanto poco per il pubblico dimenticato. Il pubblico, difatti, mi rassomiglia. Se fossi matto vi chiederei che fine ha fatto il Progetto-Obiettivo «Tutela della Salute Mentale» e perché i manicomi privati non fanno nemmeno finta di chiudere. Se fossi matto vi chiederei di stanare quelli che fanno ancora lelettroshock senza consenso e senza nessuno a cui dar conto della sua efficacia. Se fossi matto firmerei un appello contro le guerre, mi appellerei ai poeti, agli anchormen, ai pittori, ai matematici, ai cantautori e ai politici perché mi dicessero, ognuno a modo proprio, dei fetori del manicomio, del prezzo della vita, dei rigidi inverni, delle mattonelle contate mille volte, del suono dei pianti, delle leggi mai applicate e dei volti dei matti ormai sfioriti. Se fossi matto vi chiederei del mio futuro, del mio presente. Vi chiederei di me. |
La legge 180 approvata dal Parlamento nel 1978, ha rappresentato e
rappresenta a tutt'oggi la normativa alla quale ci si è riferiti
negli ultimi ventanni per la realizzazione dei cambiamenti nell'ambito
dell'assistenza psichiatrica.
Un cambiamento significativo per lorganizzazione psichiatrica è
stato determinato dall'approvazione da parte del parlamento del Progetto
Obiettivo per la Tutela della Salute Mentale, pubblicato come decreto del
Presidente della Repubblica nell'aprile del 1994. Le indicazioni del Progetto
Obiettivo erano:
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una presa in carico globale;
Sulla base di questo Progetto Obiettivo e delle più recenti
linee guida ministeriali e regionali, nonché sulla base di alcune
indicazioni contenute nella proposta di Piano Sanitario Nazionale, e delle
esigenze e la domanda da parte della popolazione, la nostra Azienda ha
elaborato proprio in questi giorni un progetto relativo alla organizzazione
del Dipartimento di Salute Mentale.
A tal proposito voglio ricordare che i pazienti attualmente ricoverati
nel nostro ospedale psichiatrico, e di competenza di questa AUSL, per i
quali non è stato possibile un reinserimento in famiglia, sono 59
e saranno trasferiti nelle RSA allocate in padiglioni ristrutturati dell'ex
OPIS e nei Centri Residenziali di Strudà e di Squinzano, che si
spera saranno operativi prima dell'estate.
È prevista inoltre la nuova attivazione di:
Lapprovazione di questo progetto di organizzazione dell'assistenza psichiatrica è ormai imminente, e dunque i cittadini potranno usufruire tra brevissimo tempo dei servizi qui descritti, per i quali esistono già dei progetti approvati e validi. |
Chiaramente, in questo primo numero, non abbiamo lettere da pubblicare; riempiamo questo vuoto autoinviandoci una lettera.
«Gentile Direzione del giornale Salute Mentale, vi scrivo per sapere quali sono i compiti dei Centri di Igiene Mentale. Seguo infatti questi argomenti in televisione e sulla stampa ed ho visto che in alcune regioni i Centri sono aperti per 12 ore al giorno, assicurano una reperibilità il sabato pomeriggio, la domenica, di notte, svolgono lassistenza domiciliare in casa degli ammalati, non lasciano la famiglia da sola ad affrontare la malattia mentale di un proprio congiunto. Da noi, se si ha bisogno del Centro di Igiene Mentale di pomeriggio o di domenica, o di notte, non si trova nessuno, se si ha bisogno di una visita urgente si viene prenotati dopo 20 giorni. Ma la malattia mentale, secondo loro, viene a comando? E poi, che cosa danno agli ammalati oltre alle medicine ed a qualche colloquio? Ho sentito parlare di Centri Diurni, di luoghi dove gli ammalati possono trascorrere la giornata invece di stare chiusi in casa o di girare per strada venendo derisi. Ho sentito parlare di Centri che organizzano passeggiate, soggiorni di vacanza per gli ammalati; ho sentito parlare di Case Famiglia nel proprio quartiere e non a decine di chilometri dal proprio paese, come accade da noi; ho sentito parlare di ospedali di giorno, dove curare i momenti di crisi e far ritornare il malato a casa la sera. La mia domanda finale è questa: ma tutte queste cose, di cui ho sentito parlare, avvengono in Italia o no? I Dipartimenti di Salute Mentale di Trieste, di Arezzo, e di altri luoghi dove avvengono le cose di cui ho sentito parlare, si trovano in Italia o no? Forse per vedere curati bene i nostri ammalati, li dobbiamo mandare a Trieste?»
Giriamo questa lettera a chiunque sia in grado di darle una risposta.
Evviva! Il 03 Marzo 1998 è nata a Lecce lASTSM
- Associazione Salentina per la Tutela della Salute Mentale.
È proponimento dellassociazione dare un efficace sostegno sia ai malati che ai familiari ed è intento apportare sostanziali miglioramenti alla qualità della vita delle persone psichicamente sofferenti ma soprattutto incrementare la lotta contro le discriminazioni e lemarginazione alle quali le stesse vengono spesso sottoposte. Tutto ciò è iniziato con la flebile voce della Sig.a COI Anna Chiara, la quale, presa da disperazione, ha chiesto la possibilità di confrontarsi con altre persone che giornalmente vivono le sue esperienze. |
Così, pian piano è riuscita a mettersi in contatto con altri familiari e siamo diventati due...e poi...tre...e poi tanti...ed abbiamo voluto affiancare la nostra voce a quella della Sig.a COI. Per questo vi chiediamo di non nascondervi in casa, di uscire allo scoperto, di non credere che la vostra situazione sia un peso o una vergogna da portare da soli, di non pensare che non ci sia più niente da fare: NO! adesso basta! Sappiamo che possiamo dare forma ai nostri diritti e a quelli dei nostri cari. LASTSM è nata, ora aiutateci a farla crescere bene.
A.S.T.S.M.
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ALLE PERSONE PORTATRICI DI DISAGIO E DISTURBO MENTALE CHE UTILIZZANO PRESTAZIONI E SERVIZI DEL D.S.M. IN QUALSIASI CIRCOSTANZA E IN QUALSIASI MOMENTO DEVE ESSERE GARANTITO LACCESSO AI DIRITTI PREVISTI DALLA COSTITUZIONE.
NELLAMBITO DELLE GARANZIE DI CUI AL COMMA 1 IN PARTICOLARE DEVE ESSERE PROMOSSO E GARANTITO L'ACCESSO AI SEGUENTI DIRITTI:
DIRITTO DI LIBERA ESPRESSIONE IN OGNI SEDE E IN OGNI AMBITO
DIRITTO AL RISPETTO DELLE PROPRIE CONVINZIONI MORALI RELIGIOSE E POLITICHE
DIRITTO AL RISPETTO DELLE PROPRIE SCELTE SESSUALI
DIRITTO DI COMUNICARE CON CHIUNQUE IN QUALSIASI MOMENTO
DIRITTO DI VEDERE RICONOSCIUTE RICERCATE E RAFFORZATE LE PROPRIE ABILITÀ E NON SEMPLICEMENTE VEDERE EVIDENZIATE LE DIFFICOLTÀ E LE DISABILITÀ
DIRITTO DI ESSERE INFORMATI SU QUALSIASI TRATTAMENTO, DI ESSERE COINVOLTI NELLE DECISIONI CHE POSSONO ESSERE LEGATE ALLA PROPRIA SALUTE E ALLA PROPRIA VITA
DIRITTO A NON SUBIRE AZIONI LESIVE DELLA PROPRIA INTEGRITÀ FISICA E DELLA PROPRIA DIGNITÀ, IN PARTICOLARE QUALSIASI MEZZO DI CONTENZIONE FISICA
DIRITTO DI VEDERE SODDISFATTI I BISOGNI ELEMENTARI E DI ESSERE SOSTENUTI NELLA RICERCA DI RISPOSTE A BISOGNI DI EMANCIPAZIONE
DIRITTO DI SCELTA DELLÉQUIPE CURANTE E NELL'AMBITO DI QUESTA DELLE SINGOLE FIGURE PROFESSIONALI
DIRITTO DI ASSOCIARSI
DIRITTO DI DECIDERE CHE OGNI ATTO DI CURA/MANIPOLAZIONE DEL CORPO SIA FATTO DA OPERATRICI/OPERATORI DELLO STESSO SESSO
I SERVIZI DOVRANNO PORRE OGNI ATTENZIONE AL RISPETTO REALE DELLE DIFFERENZE DI GENERE, RAZZA, RELIGIONE, ETNIA, ETÀ, LINGUA, ORGANIZZANDO OVE POSSIBILE RISPOSTE E STRUTTURE ADEGUATE ALLESERCIZIO CONCRETO DI TALE ATTENZIONE.