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RELAZIONE TECNICO-SANITARIA SULLE STRUTTURE "CASA-FAMIGLIA"

Andrea Mazzeo*
*Medico Responsabile del C.I.M. di Nardò

(Relazione presentata al Comune di Nardò (LE) nel 1979 per la realizzazione della Casa Famiglia, sorta nel 1980)


INTRODUZIONE

La Casa Famiglia (CF) è una struttura intermedia che si propone di assicurare l'inserimento sociale al di fuori dell'ospedale psichiatrico a quei pazienti, ancora ricoverati o già dimessi, che non abbiano la possibilità d ritornare in una famiglia propria.

Nella CF vivono quindi alcune persone, anche di entrambi sessi, che non presentino disturbi di ordine psichiatrico in fase acuta, le quali provvedono alle loro necessità quotidiane in maniera autonoma o con la collaborazione di operatori adeguatamente preparati (infermieri, assistente sociale, volontari, ecc.).

Scopo istituzionale primario della CF è quello di realizzare un intervento riabilitativo nei confronti di pazienti psichiatrici, istituzionalizzati o meno, i quali si trovino a vivere in situazioni familiari e/o sociali precarie che perpetuano il loro stato di disagio psichico ormai codificato in malattia mentale.
Tale intervento riabilitativo, specie per i pazienti lungamente istituzionalizzati, consiste nella possibilità data loro di riconquista della propria soggettività e della competenza del Sé, della riappropriazione graduale della concezione del proprio corpo, degli spazi e dei tempi che concernono la gestione della propria vita.

La CF può anche proporsi di realizzare un intervento preventivo rivolto soprattutto a situazioni di disagio sociale (isolamento, solitudine, frammentazione del nucleo familiare originario, perdita del coniuge per le persone anziane, ecc.) suscettibili di psichiatrizzazione, ospedaliera o extra-ospedaliera, e di codificazione in malattia mentale.
Questo perché la CF si pone come comunità sociale aperta e gli ospiti sono in continuo e dinamico rapporto sia all'interno (gruppo) che all'esterno di essa.


QUADRO NORMATIVO

Il concetto di una struttura intermedia fra l'ospedale psichiatrico e la famiglia o la comunità si è fatto strada in tutte le esperienze psichiatriche di deistituzionalizzazione divenendo prassi operativa prima ancora di venire regolamentato dalle leggi.

In Italia, la legge 180/78 nel prescrivere la cessazione dei ricoveri negli ospedali psichiatrici ed il graduale superamento degli stessi, demanda alle Regioni il problema di emanare leggi specifiche per la realizzazione delle strutture intermedie.


CARATTERISTICHE EDILIZIE DELLA STRUTTURA

La CF si compone di un immobile utilizzabile come civile abitazione, fornito dei servizi essenziali (acqua, fogna, luce, telefono, riscaldamento, ecc.), adeguatamente arredato con mobili che ricordino il meno possibile l'ospedale, in grado di ospitare 15-20 persone.

Circa l'ubicazione è necessario che la stessa non sia molto periferica, meglio se centrale, in una zona provvista di Servizi sociali in grado di garantire agli ospiti un effettivo inserimento nella vita sociale della comunità; questo per evitare di ripetere nella CF la medesima situazione di emarginazione ed isolamento che i pazienti hanno vissuto in ospedale.
Se l'immobile è isolato deve essere cura degli operatori adoperarsi per inserire la CF nella più ampia comunità rappresentata dal Comune o dal quartiere. È opportuno considerare anche la possibilità di uno spazio verde circostante la casa.


OSPITI

Gli ospiti della CF sono pazienti ancora ricoverati in ospedale psichiatrico senza che le condizioni cliniche lo giustifichino e che non vengono dimessi perché non sono più accettati in famiglia o perché non hanno più una famiglia in grado di accoglierli.
Della CF possono usufruire anche pazienti dimessi che abbiano i medesimi problemi di inserimento familiare.
L'ammissione di nuovi utenti nella CF avviene in seguito a preciso progetto riabilitativo messo a punto dal C.I.M.

Per nessun motivo la CF, struttura intermedia a connotazione psichiatrica, deve farsi carico di residenzialità per situazioni non psichiatriche ma di esclusiva emarginazione sociale.

Riguardo l'età degli ospiti non vi sono particolari indicazioni: pazienti di ogni età possono utilmente beneficiare dell'inserimento in CF; anche il sesso non rappresenta un impedimento: benissimo possono convivere in CF ospiti di entrambi i sessi.

Gli ospiti della CF devono essere sufficientemente autonomi sul piano economico e questo può venire assicurato mediante pensioni o sussidi di cui possono beneficiare; sarebbe opportuno un inserimento lavorativo per quegli ospiti giovani in grado di svolgere una attività lavorativa, realizzandosi così un intervento riabilitativo completo.

Gli ospiti provvedono alle spese quotidiane in maniera autonoma o con la collaborazione degli operatori; si vuole realizzare in tal modo una progressiva capacità di autogestione, da parte degli ospiti, delle proprie necessità e bisogni, venuta meno con il ricovero e la lunga degenza in ospedale psichiatrico.

Gli ospiti si occupano della pulizia ordinaria degli ambienti della casa collaborando con gli operatori, e provvedono alle spese ordinarie per l'andamento della CF (luce, acqua, ecc.).

Per il servizio di cucina, lavanderia e altro, provvedono personalmente se in grado, oppure collaborano con gli operatori; si possono prevedere a tale proposito delle apposite convenzioni da effettuarsi di volta in volta.


ASSISTENZA

ASSISTENZA MEDICA

Quella generica è assicurata dal medico di base di libera scelta; ciascun ospite infatti all'atto della dimissione dall'ospedale psichiatrico, effettua la scelta di un medico di base; per semplificare il rapporto si può prevedere un unico medico di base che segua tutti gli ospiti, ma si deve lasciare libertà di scelta del medico a ciascun ospite (o ai suoi familiari se l'ospite non ne sia in grado).

L'assistenza specialistica psichiatrica è assicurata dal C.I.M. del territorio nel quale si trova la CF.

Per l'assistenza medica di urgenza provvede il Servizio di Guardia Medica festivo, pre-festivo e notturno, così come per ogni altro cittadino di quel Comune.

Nel caso di ricovero ospedaliero lo stesso avviene in ospedale civile; nel caso di necessità di ricovero psichiatrico, volontario o in regime di TSO, vi provvede il C.I.M. come per gli altri suoi utenti.

ASSISTENZA INFERMIERISTICA

La presenza di infermieri nella CF non deve significare la ripetizione di schemi istituzionali manicomiali.

L'infermiere fornisce le prime cure agli ospiti in caso di urgenze mediche o neuropsichiatriche, in attesa dell'arrivo del medico; durante le ore notturne, soprattutto se fra gli ospiti vi sono persone anziane o sofferenti di patologie internistiche (cardiopatici, ecc.) la presenza dell'infermiere diviene indispensabile.
Il principio ispiratore è praticamente quello per cui anche in una normale famiglia ove vi sia una persona anziana e sofferente, un familiare a turno trascorre la notte con quella persona.

Oltre la funzione di tipo assistenziale l'infermiere (operatore della CF) deve avere anche un ruolo di animatore della piccola comunità e di agente attivo per il reinserimento, la riabilitazione e il recupero sociale degli ospiti, in collaborazione con gli altri operatori della CF e con la supervisione degli operatori del C.I.M. (psichiatra, psicologo, ecc.).

Si intende cosÌ prefigurare il ruolo di operatore unico: non più varie figure di tecnici e di professionalità settoriali (l'infermiere, l'ausiliario, l'assistente sanitaria, l'assistente sociale, ecc.) ma un'unica figura di operatore attento e sensibile ai bisogni strettamente sanitari degli utenti cosÌ come ai loro bisogni sociali, psicologici e relazionali.

Sarà compito del C.I.M.:
a) prevedere riunioni di gruppo, settimanali o bisettimanali con gli ospiti e gli operatori della CF al fine di affrontare assieme le difficoltà di carattere istituzionale che inevitabilmente sorgeranno nella CF.
b) curare la supervisione degli operatori della CF, l'aggiornamento e la riqualificazione professionale degli stessi.

Per il reperimento del personale infermieristico si potrà utilizzare la mobilità dall'ospedale psichiatrico di infermieri ed ausiliari seriamente motivati ad iniziare questo nuovo tipo di lavoro e disposti a "lasciare in manicomio" ogni precedente concezione di assistenza psichiatrica.

ASSISTENZA SOCIALE

L'A.S. si occupa degli aspetti sociali del reinserimento degli ospiti nella comunità e collabora con gli operatori nella realizzazione delle attività di riabilitazione e risocializzazione (es. attività culturali, contatti con il quartiere e il comune, avviamento al lavoro, ecc.) mantenendo dinamici i rapporti tra la CF e la comunità locale.

L'A.S. può provenire dall'ospedale psichiatrico oppure dal C.I.M. ed è opportuno che abbia un rapporto organico con la CF.

ASSISTENZA PERSONALE

Si intende con questa espressione il servizio di cucina, lavanderia, di pulizia degli ambienti, ecc.
Per quanto possibile se ne occupano gli ospiti, sia pure parzialmente, coadiuvati dagli operatori della CF.

Si possono prevedere convenzionamenti ad hoc, caso per caso.

ASSISTENZA PSICOLOGICA

La figura dello psicologo all'interno della CF è utile se egli svolge il ruolo di catalizzatore delle dinamiche riabilitanti e risocializzanti, configurandosi anche come animatore e promotore delle diverse attività di gruppo a cui gli ospiti possono essere avviati, ridefinendo continuamente le modalità di intervento affinché le dinamiche della vita di gruppo non ne risultino alterate. Esempi di attività di gruppo possono essere:
a) discussione su diversi e particolari momenti della giornata, quali ad es. lettura del giornale, scelta di programmi TV, ecc.
b) definizione di successivi momenti lavorativi o di gestione-casa, in cui vengano stabilite particolari modalità di collaborazione e di interazione.
c) esistendo le possibilità spazio-temporali si potrebbero avviare particolari attività di gruppo quali drammatizzazione, musico-terapia, arte-terapia, ecc.

Lo psicologo può essere quello in servizio al C.I.M., oppure venire assegnato organicamente alla CF.

ALTRI OPERATORI

Potrebbero essere i volontari di associazioni comunali o parrocchiali. Naturalmente la collaborazione con il volontariato è auspicabile poiché operatori non condizionati dalla esperienza manicomiale si pongono in rapporto con gli ospiti in maniera positiva e possono determinare l'insorgere nella CF di potenti processi di recupero psico-sociale. È comunque da valutare caso per caso.


CONCLUSIONE

La presente relazione costituisce una traccia per la realizzazione di una CF come struttura intermedia per il superamento dell'Ospedale Psichiatrico.

Essa non rappresenta nulla di codificato ed immutabile, ma sarà l'esperienza concreta a fornire agli operatori la capacità di meglio adattare la propria operatività alle reali necessitè della CF, nel profondo rispetto della personalità umana degli ospiti.

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E-Mail: a.mazzeo@tin.it

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