Per doverosa informazione, si ricorda che la visita medica effettuata dal proprio medico abituale rappresenta il solo strumento diagnostico per un efficace trattamento terapeutico. I consigli forniti in questo sito devono essere intesi semplicemente come suggerimenti di comportamento. |
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D: Un ragazzo che frequenta la seconda media presenta un disturbo grave dell'attenzione e di iperattività, sottovalutato o comunque non ben gestito alle elementari (praticamente era sempre mandato fuori dalla classe, l'insegnante di sostegno e l'intervento del centro infanzia è stato deleterio e assolutamente rifiutato sia dal ragazzo che dalla famiglia). All'inizio delle medie stava risuccedendo la stessa cosa: note su note, allontanamento dalla classe. Il disturbo di questo ragazzo comporta un deterioramento nel rendimento complessivo della classe; il ragazzo ha una capacità intellettiva normale se non fosse per questo maledetto problema dell'attenzione e dell'iperattività.
R: Il problema in questi casi è che l'attenzione non riesce a svolgere adeguatamente la sua funzione di filtro sugli stimoli percettivi; per questo il ragazzo è praticamente "sommerso" da una sovrastimolazione sensoriale e non riesce (letteralmente) a prestare attenzione al compito che sta svolgendo in quel momento (da qui il deficit di apprendimento); ha anzi la necessità di verificare tutti gli stimoli percettivi che riceve (da qui l'iperattività). La funzione degli psicostimolanti è appunto quella di potenziare le capacità attentive del soggetto (spesso si tende a trattare questi ragazzi con tranquillanti, o con dosi abbondanti di camomilla, facendo peggiorare la situazione perché i tranquillanti riducono le già precarie capacità attentive e peggiorano le performace cognitive). Ho trovato utile far assumere a questi ragazzi del caffè al mattino (migliora l'attenzione) oppure un po' di Nootropil (che ha la stessa funzione).