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Direzione - Redazione - Amministrazione: O.P.I.S. - Lecce | |
Anno XXIV - fascicolo I - II 1981 | ESTRATTO - Pagg. 225-245 |
Direzione - Redazione - Amministrazione: O.P.I.S. - Lecce | |
EDITRICE SALENTINA - GALATINA |
Questo lavoro si riallaccia alla tesi di specializzazione del sottoscritto, e si propone di analizzare la situazione dell'assistenza psichiatrica nella Provincia di Lecce limitatamente ad una analisi delle strutture che erogano l'assistenza nella Provincia, soprattutto con riferimento ai cambiamenti verificatisi dopo l'entrata in vigore della legge N° 180 del l3-5-1978.
METODOLOGIA
Si sono analizzati separatamente i dati relativi alle singole strutture
psichiatriche.
Il periodo di tempo considerato va dall'1-l-76 al 30-6-81,
all'incirca due anni e mezzo prima della legge 180 e tre anni dopo.
Si
è scelto questo arco di tempo proprio perche a cavallo di esso cade
la 180, una legge che ha segnato il passaggio da un modo classico di
«convogliare la domanda di psichiatria» e di strutturare la
relativa risposta (beninteso entro il quadro legislativo della legge del
1904 che privilegiava la custodia rispetto alla cura - cfr. Art. 1 legge
N° 56 del 14 2-1904; cfr. anche Accattatis, 1975), ad una fase che,
almeno in alcune Regioni, vede un ribaltamento di tale situazione (verrebbe
da dire una rivoluzione copernicana) nel senso che il «territorio»
si riappropria di quella posizione di centralità finora delegata
all'ospedale Psichiatrico.
In questa accezione «territorio» non è solo un'espressione geografica ma assume il significato di «modello di gestione aperto e in sintonia con la storia politica e sociale degli utenti» (De Giacomo e coll., 1977).
Il ribaltamento si è prodotto anche nel senso che «mentre in precedenza tutto ciò che non era possibile comprendere o guarire veniva imputato in definitiva al malato, oggi i fallimenti sono riconducibili...all'incapacità di produrre servizi e comportamenti adeguati al fenomeno da fronteggiare» (Benigni e coll., 1980).
Per la prima volta è il Sindaco, quale autorità sanitaria locale, a disporre il provvedimento di trattamento sanitario obbligatorio della persona affetta da malattia mentale, e l'autorità giudiziaria assume una funzione di tutela della persona sottoposta ad un provvedimento limitativo della libertà personale.
1) O.P.I.S. (Ospedale Psichiatrico Interprovinciale Salentino) - I dati raccolti riguardano il movimento ammalati (ammissioni, dimissioni e decessi nei singoli anni, le presenze all'1-1 e al 31-12 di ogni anno, le giornate complessive di degenza, la degenza media, la presenza media giornaliera e le unità in servizio (Tab. 1).
I dati sono stati forniti dalla Direzione Sanitaria e dalla Direzione Amministrativa dell'O.P.I.S. e in parte reperiti consultando le schede ISTAT e i registri della Direzione Sanitaria. Si è fatto inoltre riferimento a lavori già pubblicati relativi all'O.P.I.S. (Stefanachi e coll., 1972; Adamo e coll., 1973; Sinisi 1974-75-76; De Giacomo e Pierri, 1977; De Giacomo e Pasqual-Marsettin, 1980).
2) Servizio di Igiene Mentale - I dati sono stati reperiti presso la Direzione Sanitaria del SIM e tratti dalle relazioni annuali sulla attività del Servizio (Belsanti, 1976-77-78-79-80). I dati relativi verranno commentati successivamente.
3) Servizi psichiatrici di diagnosi e cura (S.D.C.) - L'impostazione
dei dati ricalca quella dell'O.P.I.S. I dati relativi al movimento ammalati
sono stati ottenuti dalla consultazione diretta dei registri di reparto,
mentre i rimanenti sono stati forniti dagli Uffici Spedalità dei 3
Ospedali Generali presso i quali si trovano i 3 S.D.C. della Provincia,
rispettivamente di Lecce, Galatina e Casarano (Tab. 2).
Per il SDC di
Casarano mancano i dati relativi ai ricoveri con TSO e volontari (salvo che
per il 1° semestre '81) perchè non disponibili.
*Non sono pervenuti i dati relativi del S.D.C. di Casarano.
4) Casa di cura privata «Villa Verde» - I dati sono stati forniti dalla Direzione Sanitaria e ricalcano nell'impostazione quella dell'OPIS (Tab. 3).
*I valori della degenza media sono alterati dalla presenza di 4 pazienti cronici lungodegenti, che solo da alcuni mesi non sono più ricoverati.
5) Strutture intermedie - Si esamina l'unica struttura intermedia in Provincia di Lecce e si riportano dati relativi al numero degli ospiti, degli operatori, e rilievi socio-economici relativi agli ospiti. I dati sono stati reperiti consultando le cartelle cliniche del C.I.M. di Nardò.
Per periodo di istituzionalizzazione si intende il periodo di tempo trascorso dall'ultimo ricovero. Periodi di dimissione di durata inferiore ad 1 mese non vengono considerati come interruzione della istituzionalizzazione, riprendendo in tal modo il concetto di «lungodegenza frazionata» (Gelli e Marti, 1976).
ANALISI DEI DATI
1) Ospedale Psichiatrico Interprovinciale Salentino
L'analisi della Tab. 1 ci mostra che il numero delle
ammissioni all'O.P.I.S. è andato diminuendo dal '76 ad oggi, con una
brusca caduta fra il 77/78 e il 78/79. È da notare che all'O.P.I.S.
continuano a ricoverarsi pazienti volontari delle Province di Brindisi e
Taranto.
Indubbiamente su questa notevole diminuzione delle ammissioni all'O.P.I.S.
(che passano dalle 1.616 del '76 alle 305 dell''80) ha influito in maniera
determinante la legge 180, poiché ha sottratto agli Ospedali Psichiatrici
i ricoveri coatti, che per l'O.P.I.S. sono pari a circa il 70% del totale
per i primi due anni esaminati.
È da notare tuttavia che l'andamento
in discesa delle ammissioni inizia già dal '77, mentre negli anni
precedenti il numero delle ammissioni aumentava costantemente sino a
raggiungere la punta massima proprio nel '76 (cfr. Adamo e coll., 1973; De
Giacomo e Pierri, 1977).
Il calcolo delle ammissioni quotidiane medie inoltre fornisce i seguenti valori:
Un andamento decrescente sul quale probabilmente ha
influito l'esistenza del S.I.M.
L'andamento delle dimissioni non si
discosta da quello delle ammissioni, con valori leggermente più elevati.
In accordo con questi dati le presenze al 31/12 vedono una costante diminuzione negli anni. Diminuiscono anche le giornate di degenza e la presenza media giornaliera. La degenza media mostra invece valori che vanno crescendo con gli anni. Questo fatto può essere spiegato con la presenza dei lungodegenti, che evidentemente fanno registrare una degenza media di 365 giorni, e che, per la riduzione del movimento ammalati, sono andati aumentando in percentuale nel corso degli anni, innalzando così i valori della degenza media.
Le unità in servizio mostrano valori che oscillano mediamente intorno ai 950/1.000.
2) Servizio di Igiene Mentale
Il S.I.M. della Provincia di Lecce è stato istituito il 1º ottobre
1975, «gestito, organizzato e svolto dall'Amministrazione del Consorzio
O.P.I.S. nell'ambito delle Province di Lecce e Taranto» (Art. 1 del
Regolamento del S.I.M.). Nell'ambito di ciascuna Provincia il SIM è
stato articolato in «centri funzionanti nel capoluogo e in altri comuni,
allo scopo di rendere più agevoli i contatti con i cittadini»
(Art. 4 del Regolamento del S.I.M.).
Per la Provincia di Lecce furono previsti 7 Centri di Igiene Mentale (C.I.M.) con ben definiti ambiti territoriali:
Nel 1980 i CIM in Provincia di Lecce sono stati portati a 10 con l'aggiunta nei Comuni di Galatina, Nardò e Poggiardo, e con i seguenti ambiti territoriali:
Per il futuro è previsto un aumento del numero dei C.I.M. in maniera da farli coincidere con le 13 UU.SS.LL. della Provincia di Lecce, con l'aggiunta dei nuovi C.I.M. nei Comuni di Campi Salentina, S. Cesario di Lecce e Ugento.
Per il S.I.M. della Provincia di Lecce è stata prevista nel '75 una
pianta organica di 54 unità ripartita nei 7 Centri e così composta:
- C.I.M. Lecce: 1 Direttore Sanitario, 1 Pedopsichiatra, 1 Psicologo,
1 Farmacista, 1 Pedagogo, 1 Assistente Psichiatra, 1 Ragioniere aggiunto,
2 Assistenti Sociali, 2 Testisti, 4 Terapisti, 2 Assistenti Sanitarie,
3 Applicati dattilografi, 2 Infermieri, 1 Autista, 1 Custode fattorino;
- C.I.M. periferici: 1 Assistente Psichiatra (con funzione di Dirigente),
1 Assistente Sociale, i Assistente Sanitaria, 1 Infermiere, 1 Custode fattorino.
Alcune figure professionali costituivano una «équipe centrale» con funzioni di consulenza presso i singoli C.I.M. nel settore della Neuropsichiatria infantile.
In pratica però alcuni concorsi non sono stati banditi per vario
tempo e altri non sono stati espletati per mancanza di partecipanti, per cui
il personale in servizio era molto al di sotto del fabbisogno.
In particolare
il concorso per i 7 assistenti psichiatri e per il pedopsichiatra sono andati
deserti per ben due volte, per cui sino al settembre '78 l'unico medico in
servizio è stato il Direttore Sanitario.
Nel '76 sono state praticate
delle convenzioni ad orario ridotto (12 ore settimanali) con 4 medici (di cui
solo 2 neuropsichiatri) che si limitavano allo svolgimento delle visite
ambulatoriali per un paio di giorni la settimana.
Nel '78 sono stati assunti i 7 assistenti psichiatri, nel '79 uno specialista
in neuropsichiatria infantile ha ottenuto il comando dall'O.P.I.S. per il
S.I.M. e nel 1980 sono stati espletati i concorsi per il completamento
dell'organico, con presenza, al 30-6-81, di 100 unità in servizio.
L'équipe di ogni CIM è composta da 5 unità (medico,
ass. sociale, ass. sanitaria, 2 infermieri).
Ogni due C.I.M. opera una équipe
psicopedagogica composta dallo psicologo, dal pedagogo e da 4 terapisti della
riabilitazione, che svolge essenzialmente il lavoro scolastico.
Gli
automezzi a disposizione sono 4, uno ogni 2 C.I.M., per cui due C.I.M. ne
sono sprovvisti (Calimera e Maglie), mentre un terzo C.I.M. (Carmiano)
abbinato a Lecce, non ne usufruisce mai.
Dati socio-epidemiologici - Per questi dati si fa riferimento alle relazioni annuali della Direzione Sanitaria del S.I.M., riportando qui solo quelli più significativi.
a) Volume di lavoro: dai dati emerge che il numero degli interventi
effettuati dai C.I.M. aumenta progressivamente con gli anni , e analogo
andamento mostra il numero degli utenti.
Le unità in servizio
aumentano pure, ma solo negli ultimi anni in maniera cospicua (Tab 4).
. | 1976 | 1977 | 1978 | 1979 | 1980 |
---|---|---|---|---|---|
Numero degli interventi | 4.133 | 5.188 | 6.244 | 8.602 | 10.312 |
Numero degli utenti | 853 | 966 | 991 | 1.504 | 2.023 |
Unità in servizio | 31 | 30 | 33 | 43 | 83 |
Nelle relazioni annuali sono raccolti dati relativi alle sole visite mediche (ambulatoriali e domiciliari) suddivise in prime, seconde, terze, quarte visite e visite successive alla quarta (Tab. 5); per il 1980 i dati sono raccolti in maniera diversa per cui il confronto non è possibile.
. | 1976 | 1977 | 1978 | 1979 |
---|---|---|---|---|
Prime visite | 38,23% | 32,40% | 24,71% | 22,72% |
Seconde visite | 20,42% | 17,71% | 15,62% | 14,08% |
Terze visite | 10,34% | ll,67% | 14,04% | 11,01% |
Quarte visite | 9,58% | 8,55% | 11,28% | 8,33% |
Visite successive alla quarta | 21,43% | 29,67% | 33,75% | 43,86% |
Da questi dati emerge una tendenza rappresentata dal progressivo abbassarsi negli anni della quota percentuale relativa alle prime visite e parallelamente dall'innalzarsi della quota percentuale relativa alle visite successive alla quarta; le prime visite si riferiscono all'anno che viene esaminato.
Si tratta di una suddivisione alquanto farraginosa che ci consente comunque di assistere al fenomeno del costituirsi di una «cronicità» ambulatoriale. Cioé la maggior parte degli interventi dei Medici è rappresentata dalle prime visite nel '76 (38,23%) e dalle visite successive alla quarta nel '79 (43,86%); ciò significa che dal '76 al '79 sono aumentati in percentuale i pazienti che sono stati seguiti dai C.I.M. in maniera «cronica», facendo quindi registrare un numero di visite superiore alla quarta.
Il fenomeno della «cronicità ambulatoriale» (cfr. Ammaniti, 1978) non deve meravigliare poiché la cronicizzazione e l'istituzionalizzazione «non avvengono solo negli Ospedali Psichiatrici... Gli stessi meccanismi di feed-back e il rinforzo di comportamenti legati a ruoli malati o disadattanti che si avevano negli Ospedali Psichiatrici... possono capitare e capitano anche in altri ambienti» (Whittington, 1976).
Dai dati disponibili non è possibile quantificare il fenomeno; una indagine con schede individuali potrebbe consentire di rilevare a carico di quali pazienti si verifica la «cronicità ambulatoriale», permettendo anche dei rilievi di tipo epidemiologico.
b) Per i dati relativi all'età degli utenti del S.I.M. i valori più elevati si ritrovano entro le fasce di età medio-adulte, 19 ai 50 anni:
Elevate sono anche le quote percentuali relative ai minori, soprattutto negli ultimi anni esaminati poiché la presenza delle équipe psico-pedagogicbe ha incrementato il lavoro scolastico:
c) Per lo stato civile dai dati emerge che gli utenti del SIM sono per la maggior parte celibi:
A questi valori bisogna sottrarre una parte delle quote dei minori per avere delle cifre più attendibili relative all'utenza psichiatrica propriamente detta.
d) Per la professione degli utenti del SIM la maggior parte è rappresentata da pensionati, disoccupati e casalinghe:
Ovviamente questo dato non puo essere letto come frequenza delle malattie mentali nelle varie categorie professionali, ma indica soltanto la professione degli utenti dei C.I.M.
Da questi dati non è possibile conoscere le modificazioni che
eventualmente si sono verificate all'interno delle singole categorie nel
corso degli anni, cioè se vi sono state migrazioni di una certa quota
di utenti da una categoria all'altra.
Una analisi di questo tipo sarà
possibile con l'uso di schede individuali e con l'adozione del registro dei
casi.
Il registro dei casi appare allo stato attuale lo strumento
metodologico di analisi più idoneo in epidemiologia psichiatrica (cfr.
Marinoni e coll., 1978).
e) Per la segnalazione i dati relativi indicano che le quote più rilevanti sono rappresentate da pazienti che si rivolgono ai C.I.M. per conoscenza diretta, e dai dimessi dall'OPIS (Tab. 6):
. | 1976 | 1977 | 1978 | 1979 | 1980 |
---|---|---|---|---|---|
Conoscenza diretta | 23,21% | 24,12% | 20,79% | 36,97% | 43,35% |
Dimessi dall'O.P.I.S. | 30,48% | 37,06% | 39,06% | 26,73% | 13,60% |
Per questi ultimi pazienti è da notare che vi è un incremento
percentuale dal '76 al '78 mentre negli ultimi due anni considerati si
verifica un abbassamento delle relative quote percentuali. Per il 1980 in
particolare si ha anche una diminuzione del valore numerico assoluto, per cui
i dimessi dall'O.P.I.S. seguiti dai C.I.M. passano dai 402 del '79 ai 275 dell''80,
con una diminuzione di circa 150 unità;.
A livello di ipotesi si
potrebbe pensare che questi pazienti non hanno presentato nel 1980 disturbi
tali da richiedere l'intervento dei C.I.M., oppure che si siano rivolti ad
altre strutture.
Allo stato attuale non è possibile dare una
risposta esauriente a queste ipotesi; l'adozione del registro dei casi, come
prospettato in precedenza, potrebbe consentirci di seguire meglio questi
fenomeni.
f) Per la diagnosi le quote più elevate sono rappresentate dalle psicosi; discrete sono anche le percentuali relative all'oligofrenia, all'epilessia e all'alcolismo (Tab. 7):
. | 1976 | 1977 | 1978 | 1979 | 1980 |
---|---|---|---|---|---|
Psicosi | 22,12% | 27,01% | 33,00% | 31,45% | 26,26% |
Oligofrenia | 15,83% | 10,46% | 15,74% | 14,96% | 14,14% |
Epilessia | 9,38% | 8,18% | 6,96% | 9,70% | 7,51% |
Alcolismo | 8,68% | 10,56% | 7,67% | 10,65% | 7,51% |
3) Servizi di diagnosi e cura
In Provincia di Lecce in seguito all'entrata in vigore della legge 180 sono
stati attivati 3 SDC, rispettivamente negli Ospedali Generali di Lecce,
Casarano e Galatina, per complessivi 35 posti letto.
Questi 3 Ospedali
sono anche gli unici nella Provincia che dispongono di un Reparto Neurologico.
Simili strutturalmente, i 3 S.D.C. sono composti da due stanze per la
degenza, una per i maschi e una per le femmine, dall'ufficio medico, dalla
medicheria, dai servizi igienici, e da un corridoio-ingresso utilizzato per
consumare i pasti e come spazio ricreativo.
Tutti e 3 sono realizzati come
reparti chiusi e nessuno dispone di uno spazio verde adiacente.
L'ideologia
e il modello di gestione sono ben lontani da quelli comunitari, intesi a dare
sempre più «peso agli aspetti relazionali e comunicativi»
(De Giacomo e coll., 1976; cfr. pure De Giacomo, 1973).
Dai dati emerge che nel corso degli anni si verifica un aumento delle
ammissioni (Tab. 2) e, dato prevalente, i ricoveri con T.S.O.
sono pari ai ricoveri volontari. Per l'O.P.I.S. invece i ricoveri coatti
erano in percentuale notevolmente maggiore dei volontari.
Al 30-6-81
restano gli unici SDC realizzati in Provincia di Lecce, anche se ne sono
previsti altri 3 per complessivi ulteriori 30 posti letto, che diverrebbero
quindi 65.
Del tutto assenti sono i collegamenti con i C.I.M., se si escludono contatti a livello individuale, e da questo punto di vista la legge 180 è stata clamorosamente disattesa.
4) Casa di cura privata «Villa Verde»
I dati sono riportati nella Tab. 3. Per
«Villa Verde» si ha una diminuzione delle ammissioni sino al '78
poi si verifica un discreto incremento con valori che nell''80 sono superiori
a quelli del '76.
Le giornate di degenza diminuiscono costantemente negli
anni e in accordo con questi dati si abbassa anche la degenza media, che nel
1º semestre '81 è di 10 giorni inferiore a quella del '76.
A
questo proposito occorre precisare che i valori della degenza media nei primi
anni esaminati sono alterati dalla presenza di 4 pazienti cronici lungodegenti
che da alcuni mesi non sono più ricoverati.
5) Strutture intermedie
Sino al 30-6-81 l'unica struttura intermedia realizzata nella Provincia di
Lecce è una Casa Famiglia nel Comune di Nardò.
Avviata come
struttura che avrebbe dovuto per larga parte autogestirsi, in pratica, almeno
per il primo anno, ha visto una presenza costante di infermieri provenienti
dall'O.P.I.S., oltre alla presenza di operatori di una cooperativa di
promozione sociale (C.I.S.A.C.) e alla presenza assidua degli operatori del
C.I.M. di Nardò.
Per gli infermieri si è preferito sin dall'inizio
abolire i turni ospedalieri e strutturare la loro presenza in turni di 24 h
(8 - 8) con due unità per turno per complessivi 4 turni, con la
presenza quindi di 8 unità globali.
I due operatori provvedono con
la collaborazione degli ospiti, all'intero andamento della casa, dalla
preparazione dei pasti alla pulizia, ecc.
Sul piano economico per il primo
anno c'è stata una quasi totale dipendenza dall'O.P.I.S. e dal Comune
di Nardò che hanno provveduto a tutti i bisogni.
Da alcuni mesi
è iniziato un esperimento di autogestione, con la costituzione di un
fondo-cassa (il 20% del reddito di ciascuno degli ospiti) che viene
utilizzato per l'acquisto di parte del cibo, oltre ad oggetti di arredo e
altro, sempre di uso comune.
Per ogni acquisto di tipo comune la decisione
è presa nel corso di un'assemblea cui partecipano tutti coloro che
vivono nella casa, e spesso con gli operatori del C.I.M. di Nardò.
Per le assemblee non vi è una cadenza prefissata, e questa come scelta
precisa degli operatori per non ricadere in una situazione istituzionale.
Un grosso contributo, sia per la riabilitazione e il reinserimento degli
ospiti che per la gestione comunitaria, è stato dato dagli animatori
della cooperativa C.I.S.A.C.
Gli ospiti della Casa Famiglia di Nardò sono tutti maschi e celibi; al
31-12-1980 sono presenti 8 ospiti, che diventano 11 sino al 30-6-1981.
A
questa data la composizione della C.F. è la seguente: